La realtà virtuale sta rivoluzionando il nostro modo di fare shopping: possiamo acquistare, ma senza possedere oggetti tangibili, una follia?
Le sneakers Virtual 35 di Gucci, disponibili solo in formato digitale.
Le sneakers Virtual 35 di Gucci, disponibili solo in formato digitale.
 

C’è una sconfinata prateria virtuale che, da almeno due decenni, si allarga a macchia d’olio specularmente all’ambiente reale. Una dimensione parallela, al di là dello schermo del computer o dello smartphone, dove al posto degli atomi ci sono pixel malleabili. Mai come oggi questa dimensione ha incrociato il mondo fisico, aprendo nuovi orizzonti al mercato. Per esempio: comprereste un paio di scarpe che non potete indossare né toccare, ma che sono pensate apposta per il vostro avatar digitale? È quel che sta accadendo sull’app di Gucci, dove per la modica cifra di 10 euro potete ottenere le caleidoscopiche sneakers Virtual 35 – virtuali appunto, ma non per questo meno ambite – di cui far sfoggio sui social e in altri ambienti fittizi.

Benvenute nel meraviglioso mondo della VR, altrimenti nota come Virtual Reality. Così evoluta da aver già colonizzato il nostro ecosistema attraverso l’AR, l’Augmented Reality, così integrata da aver già dato vita a un ibrido come la Xr, la Cross Reality. Sigle alle quali dovremo sempre più abituarci, ma sulle quali vale la pena far subito chiarezza. Mentre con la VR si entra in un ambiente totalmente digitale, e lo si fa per lo più via headset (le masherine tecnologiche che fungono da interfaccia), con l’AR sono gli elementi virtuali a entrare nel mondo reale (o viceversa, con la XR), e la cosa avviene di solito via smartphone o computer. Non è un caso che moda e arte, discipline ad altissimo potenziale esplorativo, si siano avventurate per prime in entrambe le direzioni, raccogliendo consensi e considerevoli guadagni. Un paio di esempi per riassumere in cifre la portata del business: Iridescence, la prima creazione di Haute Couture effimera firmata da Johanna Jaskowska per theFabricant (l’equivalente di una Chiuri per Dior, in ambiente fisico), è stata venduta nel maggio del 2019 alla ragguardevole somma di 9.500 dollari.

 

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